martedì 22 ottobre 2013

L'alba.

Stiamo scendendo dalla cima del Kilimanjaro, affaticati da 6 giorni e una notte di cammino e infreddoliti dai -15°C - come se non bastasse, un vento teso abbassa ulteriormente la temperatura. Come d’incanto, è come se una forza sconosciuta ci ordinasse di fermarci lì, in una posizione già programmata da tempo, letteralmente bloccati dall'alba africana a oltre 5500 metri di quota. Il momento è devastante, distrugge milioni di altre immagini che avevi conservato nella tua memoria, perché questa è di più: la terra si diluisce con i primi raggi che a loro volta si sciolgono nel cielo, le lampade frontali non si confondono più con le stelle ormai spente dalla luce e l’orizzonte si curva, lanciando i nostri occhi a distanze immani. Un intero continente è sotto i nostri piedi, grazie a questa meraviglia della natura, lassù dove un vulcano ha creato la montagna più alta di tutta l’Africa.



venerdì 11 ottobre 2013

L’isola che non c’è

È fine ottobre. Risalendo verso il colle di Sampeyre, abbandoniamo la nebbia che come acqua ricopre le due valli, a sinistra la val Varaita, a destra la valle Maira.
Questa particolare condizione climatica crea l’illusione di essere su un’isola che non c’è, sognata da chi non vuole abbandonare l’infanzia, dove approdare con bagagli pieni di sogni e fantasia e vivere le avventure del bambino che non voleva crescere.
Ma presto il sole diraderà le nuvole di nebbia, cancellando la fantasia di quell’istante e riequilibrando gli spazi.


martedì 1 ottobre 2013

Verso casa.

È aprile in Toscana, la primavera si rafforza nei fiori gialli ai bordi della strada bianca che, sinuosa, ricopia le colline lanciando l’occhio verso casa. E la fattoria, sogno di bucolica esistenza ritmata dalla natura, dove i bimbi corrono tra fiori e fieno, tra pioggia e sole, crescendo a fianco dei cipressi, forzieri del  tempo smarrito dell’infanzia, armonia di colore della ciclicità, che alterna le stagioni senza sconvolgere le linee e curve del creato.