martedì 7 luglio 2015

Da Asti a Roma

Borse, tenda, provviste, bagaglio calcolato per avere tutto il necessario con il minimo peso...  andare avanti pronti a dormire dove capita, e soprattutto la misteriosa e primordiale solitudine in mezzo agli elementi, noi con tutta la nostra casa su una bici. Per noi abituati a questo modo di viaggiare, Roma è stata un'esperienza nuova e diversa, ma certo non meno intensa. Bicicletta leggera, furgone di appoggio, tappe e pernottamenti pianificati... può sembrare più facile ma non lo è, perché ogni viaggio è diverso, ha la sua storia e le sue sfide, ti lascia più ricco di uno scrigno di ricordi che faranno parte di te tutta la vita. E qui è stata la ricchezza umana del gruppo, tredici persone a condividere per una settimana l'intimità di ogni attimo della giornata. Ognuno con la sua storia, i suoi sogni e le sue  ferite. Sospesi per un lungo istante nella sola realtà del viaggio che ci unisce e ci pervade tutti, facendo sbiadire la quotidianità lasciata a casa. Uniti da un sogno, da una passione, da una continua scoperta. Il gruppo ti mette in gioco, ti insegna a superare piccoli egoismi, a vedere idee e prospettive differenti. Ti fa uscire da te stesso e ti ricorda che fuori di te il mondo è grande e ricco, non finisce nei tuoi orizzonti quotidiani. Grande, ricco e colorato come la folla che riempie piazza San Pietro al nostro arrivo e la matttina dopo, stretta intorno a papa Francesco a portare sogni, gioia, dolore, fede, non sempre e non solo quella "canonica" e codificata.
Il pericolo, tornando alla vita di tutti i giorni, è di accantonare il ricordo e lasciarsi riassorbire completamente dalle gabbie che ci siamo costruiti. Ma se invece riusciamo a conservarlo vigile dentro di noi, e a fermarci ogni tanto a ripensare ai momenti e alle emozioni passate, forse possiamo vivere un po' meglio. Essere un po' più consapevoli, un po' più vivi.



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