martedì 7 agosto 2018

Bici arrivate... adesso pedalare!

Quasi un'ora a fissare il nastro che continua a sputare passeggini, mazze da golf, canoe... altre biciclette... ma i due scatoloni verdi non compaiono. Il nastro si spegne. La consegna è terminata. Panico. Le due di notte e l'inizio di un incubo che durerà tre giorni. Fatto di moduli, telefonate, corse in aeroporto. Per alleggerire il momento ci siamo buttati nell'atmosfera unica di Dublino con i suoi pub, la musica, le cattedrali, il Trinity College... e la Guinnes con la sua fabbrica-museo multimediale. E poi Howth, minuscolo villaggio di pescatori affacciato sulla baia, sospeso tra un lunga spiaggia battuta dalle maree e le alte scogliere coperte di erica e felci.
Finalmente, dopo tre giorni di sfinimento, le biciclette si materializzano come dal nulla. E non tutto il male viene per nuocere. L'avventura ci regala tre amici in più: Alessandro, Filippo e Pietro, partiti con lo stesso volo per un giro analogo al nostro. Uno di loro ha condiviso la nostra stessa sorte di attese e ricerche.
Ma finalmente tutti possiamo partire. Bisogna riorganizzare le tappe per recuperare il tempo perduto. Questa mattina, il primo impatto con la guida a sinistra è nel centro di Dublino, per raggiungere la stazione. Treno fino a Tullamore, e poi finalmente... via nella campagna irlandese, con i suoi verdi e i suoi fiori che si illuminano alla luce del sole. Tra greggi di pecore e mucche che ci guardano, minuscoli villaggi agricoli, strade sperdute in mezzo ai boschi che pensi che possa uscir fuori un leprecauno da un momento all'altro,  resti di qualche antica abbazia, saliscendi non durissmi ma continui e controvento... finalmente dopo l'ultimo scollinamento ecco laggiù l'oceano. Siamo a Lahinch, dopo 160 chilometri (e 100 di treno).

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