sabato 16 giugno 2018

Ritorno a Bastia

Ed eccoci qui, otto giorni dopo, a guardare dall'alto il porto dove ci sembra di essere appena sbarcati.
Uscendo da Corte ancora un piccolo colle, e poi inizia una lunghissima discesa verso il mare, seguendo la gola di un torrente, ancora circondati da montagne che si fanno man mano più basse. Si scende, ma ogni tanto qualche strappo in salita ravviva nelle gambe il ricordo dei giorni scorsi. Poco per volta il paesaggio si abbassa e lasciamo finalmente la strada principale - molto fastidiosa per il traffico, ma per fortuna sempre con una corsia di destra che permette di pedalare in relativa sicurezza. Ora siamo su una stradina costiera che attraversa villaggi puramente balneari, semideserti se non fosse per un negozio di alimentari sperso in mezzo al nulla, dove la proprietaria ci prepara dei panini con ottimi salumi locali. Continuiamo costeggiando lo stagno di Biguglia, zona di confine tra acque salmastre e il mare vero e proprio, purtroppo non molto visibile a causa dell'alto canneto che lo circonda. All'orizzonte, i palazzi di Bastia. La città mostra il suo lato peggiore all'arrivo, con le costruzioni moderne della parte nuova. Ma ecco che, al culmine dell'ennesimo strappo di salita, si parano davanti a noi le mura e le case della città vecchia con quell'essenza mediterranea che ritrovi dalla Liguria al Medio Oriente, e ti sembra subito di essere dentro le atmosfere cantate da De Andrè in Crêuza de mä. I vicoli qui si chiamano carrugi come in Liguria e scendono dritti verso l'azzurro del mare.

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